Trading on-line

Il Trading on-line
La scelta del Broker

Broker sta per "stock broker", e letteralmente significa "intermediario di titoli". Sebbene la forma inglese sia comunemente utilizzata in italiano al posto di "agente di cambio", nel Forex quando si parla di "broker" ci si riferisce in genere a degli enti che si pongono come intermediari e che permettono ai retail trader (cioè ai piccoli investitori) di operare sul mercato.

Broker forex
La maggior parte dei broker forex offre la possibilità di operare attraverso delle piattaforme online grazie alle quali è possibile scambiare valute, utilizzare i principali indicatori tecnici e tenere sotto controllo le proprie posizioni. La maggior parte dei broker offre la possibilità di un CONTO DEMO, ovvero aprire un conto con soldi virtuali e partecipare all’attività di mercato simulando l’apertura di posizioni.
Attenzione agli Scam Broker Scam significa "truffa"; gli scam brokers, infatti, sono falsi broker (molti dei quali non autorizzati) che promettendo tariffe molto convenienti attraggono molto spesso trader alle prime armi.

Alcuni aspetti da considerare nella scelta di un broker
• Commissioni e rendimenti
• Possibilità di apertura conto Demo
• Supporto e assistenza in lingua italiana
• Regolamentazione 
• Trasparenza: molti broker infatti utilizzano strumenti social o forum di discussione che rendono la loro attività molto più trasparente
• Affidabilità, valutare le recensioni in rete (basta cercare su google)
• Tipo di broker: alcuni broker sono market maker e in questo senso potrebbero essere indotti al conflitto di interesse nei confronti dei loro clienti.

Innanzitutto, la cosa più importante da controllare è che il broker sia regolamentato e legale. Per farlo, occorre visitare la sua pagina ufficiale e scorrere fino a fondo pagina. Lì sono infatti presenti le informazioni relative alla regolamentazione: ente regolatore e numero di licenza su tutto. A proposito dell’ente regolatore, la maggior parte dei broker online operanti in Italia sono regolamentati da CySEC, autorità di Cipro, poiché la maggior parte delle società di broker hanno sede proprio a Cipro. 
Tuttavia grazie ad internet è oggi possibile operare con Broker regolamentati da enti internazionali. Per esempio i Broker Australiani sono regolamentati da ASIC (Australian Securities and Investments Commission). Non solo i broker australiani possono ottenere questa licenza, ma anche altri broker, come quelli europei, desiderosi di espandere la propria clientela anche ai cittadini australiani. L’Australia rappresenta infatti un’opportunità per molti broker, dal momento che è un Paese tendenzialmente ricco e con una buona crescita economica. 
Dal 1° agosto 2018 i broker australiani sono diventati molto appetibili anche dai cittadini europei perché sono entrate in vigore le nuove norme dell’ESMA in merito alla leva finanziaria e alle opzioni binarie per i clienti al dettaglio.
I trader europei si sono visti ridurre drasticamente la leva finanziaria disponibile:
• 1:30 per le valute principali del Forex;
• 1:20 per quelle secondarie, per il trading sull’oro e sugli indici di borsa più influenti;
• 1:10 per le altre commodities e gli altri indici azionari;
• 1:5 per le azioni;
• 1:2 per le criptovalute.
Alcuni trader europei hanno guardato ai broker australiani in seguito all’attivazione di queste misure poiché pensavano che stessero limitando la loro attività di trading. Non sta a noi stabilire se il ragionamento sia corretto, afferiamo però che soprattutto per i trader principianti spesso la leva finanziaria molto alta era causa di numerose perdite. Possiamo altresì affermare che l’ASIC richiede severe condizioni per poter operare e ciò è sintomo di estrema sicurezza del cliente. Per questa ragione molti trader scelgono deliberatamente di operare con broker australiani proprio per le misure di sicurezza adottate da quest’ultimi. I broker australiani sono caratterizzati dai duri controlli dall’autorità di vigilanza, che ha imposto severe condizioni per poter ottenere la licenza ASIC. Tali dure condizioni sono sintomo però di maggiore sicurezza per il cliente e per questa ragione i broker australiani sono apprezzati non solo dai cittadini del paese oceanico, ma anche dai cittadini stranieri, come gli europei o gli asiatici per esempio. Infine come già anticipato molti broker australiani non sono soggetti ai vincoli dell’ESMA e possono offrire ai clienti retail una leva finanziaria molto alta, talvolta pari anche a 1:500.

Conto Demo (meglio se senza deposito)
Un fattore molto pratico e senza dubbio indispensabile da considerare è dato dalla possibilità di praticare con un conto demo. Il conto demo vi consente di operare con la stessa piattaforma del conto reale ma per praticare con soldi virtuali. Si tratta dello strumento in assoluto più importante per imparare.

Offerta di prodotti Forex
Se volete operare sul Forex online, allora dovrete esser certi che un determinato broker offra i CFD che facciano al caso vostro. Ormai, tutti i broker offrono prodotti Forex, quindi sotto questo punto di vista non dovreste trovare mai sorprese. Ad ogni modo, se avete ad esempio il desiderio di negoziare su una coppia valutaria molto di nicchia, il problema potrebbe porsi. Per vedere se un broker offre la coppia valutaria da voi desiderata, visitate la sua pagina ufficiale e quindi selezionate “strumenti negoziabili” (o una voce simile) e quindi “Forex” (o una voce simile).

Spread
Un fattore più tecnico è dato dallo spread. Questo varia a seconda del broker e, all’interno della stessa piattaforma, a seconda della coppia valutaria.
Più lo spread è stretto, più è conveniente. Per questo motivo, se avete qualche coppia valutaria preferita, potreste valutare l’entità dello spread offerto dai diversi broker che state valutando.
Lo spread, come abbiamo visto in precedenza, consiste nella differenza tra prezzo bid e ask. Questo viene applicato all’apertura della posizione e rappresenta il compenso del servizio del broker CFD.

Deposito minimo
Parliamo di deposito minimo o versamento minimo. Non è necessario sia estremamente basso, ma di sicuro non deve essere alto. Ad esempio, 200 euro sono assolutamente accettabili, anche perché per avere un miglior bilancio occorre valutare più operazioni. Operare con meno di 400-500 euro è sconsigliabile, ma ad ogni modo questo dipenderà anche da voi. Se il broker vi offre la possibilità di operare con 200 euro, vuol dire che è attento ad ogni tipologia di cliente.
Insieme al deposito minimo includiamo le modalità di deposito e prelievo. Oggi dovrebbero essere tutte disponibili, sia quelle virtuali come Paypal, sia tradizionali come le carte di credito o debito (Postepay), sia tradizionali come i bonifici.

Assistenza in Italiano
Un altro elemento, anch’esso importante, è quello della possibilità di ottenere assistenza in italiano. Se avrete bisogno di chiedere informazioni o sciogliere i vostri dubbi, non dovrete aver bisogno di conoscere l’inglese. Un buon broker dispone di un servizio clienti per tutti i paesi in cui opera e in diverse modalità tra cui email, telefono, chat.
Segnali Forex

Grazie alla partnerschip tra Amici del Forex, il nostro Broker IC Markets e Autochartist, siamo nelle condizioni di porer fornire i più autorevoli segnali di trading presenti oggi on-line. Autochartist infatti grazie ai suoi avanzati sistemi di analisi fornisce servizi di Forex Signals ai più grandi Broker internazionali. 

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Orari Forex 
apertura e chiusura mercati 
Un trader che non conoscere gli orari dei mercati nel Forex è un investitore improvvisato con una visione completamente distorta del Forex & Cfd Trading. Pensare di fare trading sulle piattaforme senza neppure sapere quelli che sono gli orari nel Forex significa andare incontro a perdite certe.
Le sessioni principali del mercato del Forex sono essenzialmente quattro:
- sessione di Sydney (apertura ore 23:00 e chiusura ore 8:00)
- sessione di Tokyo (apertura ore 01:00 e chiusura ore 10:00)
- sessione di Londra (apertura ore 09:00 e chiusura ore 18:00)
- sessione di New York (apertura ore 14:00 e chiusura ore 23:00)
Le quattro sessioni più importanti del Forex corrispondono ovviamente alle quatto borse con più peso internazionale. Ma non è solo questo ciò che si nota guardando lo schema sugli orari Forex. Se infatti si considera che la sessione di Sydney apre alle 23,00 e che quella di New York chiude alle 23, ci si rende conto che è possibile fare Forex Trading sulle piattaforme broker 24 ore ore al giorno, senza interruzioni. Tutto questo è possibile grazie al fuso orario.
Per ovvi motivi di fuso orario, la sessione asiatica è la meno frequentata dai traders italiani. Gli orari della Sydney session e della Tokyo session, infatti, sono decisamente proibitivi per un italiano. Il fatto che i livelli di liquidità siano molto contenuti restringe sensibilmente le possibilità di guadagno. Il volume degli scambi della sessione asiatica infatti è pari al 20% del totale giornaliero.
La sessione europea ha il più alto volume di contrattazioni rispetto al totale del mercato del Forex. Punto di riferimento nella sessione europea è quella di Londra (36% degli scambi sul totale giornaliero). Gli orari del Forex della sessione londinese spiegano il perchè gli investitori italiani puntano Oltremanica. Abbiamo una prima sovrapposizione con la sessione di Tokyo nella fascia oraria dalle ore 09:00 alle ore 10:00 e una seconda sovrapposizione con la sessione di New York dalle ore 14 alle ore 18. Spread bassi e alti livelli di liquidità caratterizzano la fascia oraria pomeridiana.
Il volume di contrattazioni della sessione americana del Forex, colloca questa session alle immediate spalle di quella europea nella classifica delle sessioni a più alta liquidità. Ben il 22% degli scambi viene effettuato nel corso della sessione americana. 
La sovrapposizione tra la sessione di Londra e quella americana del Forex è il motivo alla base dei forti volumi pomeridiani del mercato valutario. Sono, in particolare, le ore centrali del pomeriggio ad essere caratterizzate da un’alta liquidità. Alle ore 14,30 italiane vengono solitamente diffusi la maggior parte dei dati macro previsti dall’agenda Usa. Questi indicatori sono tenuti sotto stretto monitoraggio dai traders e provocano un incremento dei volumi negli scambi. L’euforia prosegue fino a dopo l’apertura di Wall Street (ore 15,30 italiane) per poi ridursi a partire dalle 17,30 quando la sessione di Londra chiude.

Principali indicatori Forex 

Nell’immaginario collettivo degli aspiranti trader, l’analisi tecnica è patrimonio esclusivo degli esperti. Numeri, grafici particolari, calcoli complessi…. Tutti elementi che spaventano i principianti. Si tratta però di un falso mito, e per giunta pericoloso: rinunciare all’analisi tecnica vuol dire tradare un po’ alla cieca, facendo affidamento solo all’intuito. 
Rimane comunque la questione della complessità, che è però possibile superare dedicando il proprio impegno a tre indicatori molto semplici da utilizzare: la media mobile, l’RSI, lo stocastico. 
La media mobile è una curva composta da vari punti. Ciascun punto indica la media che l’asset ha registrato in un numero determinato di periodi precedenti. Ovviamente, il calcolo non spetta al trader, bensì viene eseguito dalla piattaforma. Il trader deve solo impostare il numero dei periodi. Esistono due tipi di media mobile: la media mobile semplice, nota con il termine SMA (Simple Moving Average) che non è nient’altro che la media aritmetica dei prezzi; la media mobile esponenziale, altrimenti detta EMA (Exponential Moving Average), che associa valori più alti ai prezzi di chiusura. La EMA, va specificato, è più sensibile rispetto alle variazioni del trend, quindi risulta molto adatta al trading veloce. Gli usi sono principalmente due. E’ possibile, innanzitutto, associare due medie mobili, una lenta (con un numero di periodi maggiore) e una veloce (con un numero di periodi minore) e considerarle come livelli di supporto e di resistenza dinamici. Un altro metodo molto proficuo è quello del “double crossover“, che prende si basa sull’interazione tra due medie mobili (una veloce e una lenta anche in questo caso). In estrema sintesi, quando la veloce taglia dall’alto verso il basso la lenta, il segnale è ribassista; quando è la lenta a fare la stessa cosa, il segnale è rialzista.
RSI: il termine è l’acronimo di Relative Strength Index, “indice di forza relativa”. Il suo scopo è esattamente questo: verificare la forza di un trend in atto. Va da sé che se il trend è debole, o si sta indebolendo, allora una inversione non è poi così improbabile, anzi. L’RSI appartiene alla categoria degli oscillatori, ossia fornisce un valore che è racchiuso all’interno di un intervallo. In questo caso, il range va da 0 a 100. Graficamente…. Appare un altro grafico, che però rappresenta la “forza” del trend. Il trader, per sfruttare l’RSI al meglio, è chiamato ad analizzare il valore restituito dall’RSI. Se il valore è compreso tra 20 e 80, allora il trend è mediamente forte e non si dovrebbe assistere nel breve periodo a una inversione. Se invece il valore è al di fuori di questa fascia “mediana” l’indicatore può fornire dei segnali interessanti. Nello specifico, se il valore va da 0 a 20 vuol dire che l’asset è in ipervenduto, se il valore va da 80 a 100 è in ipercomprato. In entrambi i casi bisogna agire… Come? Occorre rispettivamente comprare e vendere, proprio perché tali cifre annunciano l’inversione del trend.
Stocastico – Stochastic: è l’oscillatore per eccellenza. Come tutti gli oscillatori lo stocastico offre una panoramica piuttosto affidabile delle eventuali situazioni di ipercomprato e di ipervenduto. Il difetto dello stocastico è che può andare in difficoltà se il trend è forte e, soprattutto, duraturo. In questi casi, l’indicatore diffonde segnali falsi, che possono trarre in inganno il trader. Per questo motivi è sempre bene associare allo stocastico indicatori in grado di fornire una panoramica più ampia, quindi di svincolarlo dalla dimensione da “breve periodo” che un po’ lo caratterizza.
Tassazione in Italia

Quando si parla di tassazione delle rendite finanziarie una delle domande che maggiormente ci vengono poste da broker, traders o investitori, è il modo per non pagare le imposte sul trading online. Attenzione però, quello che vi diremo di seguito non è un invito all’azione ma semplicemente una soluzione teorica, da applicare con cautela e soprattutto con l’assistenza di un Commercialista esperto in questo ambito. 
La tassazione delle rendite finanziarie è applicata con modalità diverse (regime del risparmio amministrato o regime della dichiarazione) a seconda del luogo ove è situato l’intermediario (società finanziaria di investimento), con la quale effettuate le operazioni di investimento.
Se la società finanziaria di investimento ha sede legale o operativa in Italia i proventi derivanti dall’attività di trading online sono tassati direttamente alla fonte attraverso il regime del risparmio amministrato. In questo modo il trader incassa il guadagno già netto, decurtato dalla tassazione italiana (che attualmente, per interessi e plusvalenze finanziarie è del 26%).
Al contrario, se la società di investimento ha sede legale o operativa all’estero (non anche in Italia), i proventi derivanti dall’attività di trading online sono tassati a cura dell’investitore stesso, attraverso il regime della dichiarazione. Il regime della dichiarazione permette all’investitore di inserire nella propria dichiarazione dei redditi (modello Redditi PF), nei vari quadri (RM, RT, o in alcuni casi RL), i redditi (interessi o plusvalenze), derivanti dall’attività di investimento effettuata per ciascun periodo di imposta.
Da questa analisi vi sarà evidente come vi sia una netta differenza nelle modalità con cui si viene tassati (alla fonte, o in dichiarazione), a seconda del luogo ove è situata la società di investimento (istituto finanziario o broker), con il quale effettuate i vostri investimenti finanziari di trading (Forex, opzioni binarie, bitcoin, criptovalute).
quindi il modo migliore per avere il controllo diretto dei vostri guadagni, e della loro tassazione, è quello di scegliere un broker o intermediario avente sede in Paese estero. Il consiglio è quello di affidarvi sempre ad intermediari che operino con autorizzazione a livello europeo e/o internazionale. Avvalersi di un intermediario estero, non significa andare incontro ad evasione fiscale.
Gli intermediari esteri si limitano a inviare la rendicontazione relativa a interessi, plusvalenze e minusvalenze dell’anno precedente, lasciando poi al trader il compito di andare a compilare la propria dichiarazione dei redditi. Includendovi anche i redditi derivanti da capital gain.
Quindi, tecnicamente, anche in questo modo non è possibile, fare trading online senza pagare le tasse, direttamente o indirettamente.
Per quanti di voi, ingenuamente, pensassero che per non pagare le imposte sul trading sia sufficiente evitare di inserire in dichiarazione dei redditi i prospetti riguardanti interessi e plusvalenze, forniti dal broker estero, è doveroso informarvi che l'agenzia delle Entrate ha a disposizione sia i dati derivanti dai vostri conti correnti, che i dati derivati dall’incrocio delle proprie banche dati (vedi redditometro), per capire se ci sono stati evidenti cambiamenti, non dichiarati, della vostra situazione finanziaria personale.

Quindi, fate molta attenzione nel compilare correttamente la vostra dichiarazione dei redditi, inserendo anche i dati dei prospetti riepilogativi rilasciati dal vostro broker.


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